Mais OGM: 21 anni portati bene, ma…
Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, ha pubblicato una meta-analisi, a firma italiana, sui dati di campo raccolti negli ultimi 21 anni (1996-2016) in tema di mais GM e i risultati, per i non addetti ai lavori, sono impressionanti.
Il mais GM resistente agli insetti (Bt) ha infatti presentato rese più elevate tra il 5,6 e il 24,5%, con concentrazioni più basse di micotossine (-28,8%), in particolare fumonisine (-30,6%) e tricoteceni (-36,5%). Non sono stati registrati effetti sugli organismi non target ad eccezione di un parassitoide dell’insetto (dannoso) da cui il mais GM si difende da sé.
In ultima analisi il mais Bt produce di più, con qualità migliore, un basso impatto ambientale e una ridotta presenza di micotossine.
Eppure, come sottolinea Coldiretti, ancora oggi ben 7 italiani su 10 ritengono gli OGM meno salutari della controparte convenzionale. Un problema serio perché questa erronea percezione, alimentata ad arte, ha portato al divieto di utilizzo di una tecnologia che, dati alla mano, avrebbe fatto solo bene alla nostra salute, all’agricoltura e all’ambiente.
Questo studio basterà a rimettere le cose a posto?
Va ricordato che sulla salubrità degli OGM si erano già espresse le società scientifiche italiane, tra cui ANBI, ben 14 anni fa, anticipando le medesime conclusioni cui è giunta questa meta-analisi.