20 anni di “nature biotechnology”

In occasione del suo 20° compleanno, Nature Biotechnology fa una disamina di ciò che è stato il progresso delle conoscenze e delle applicazioni delle tecnologie biologiche in questo lasso di tempo. In effetti il mondo di allora era completamente diverso, e possiamo senz’altro affermare che il periodo storico in cui viviamo non ha paragoni in quanto a rivoluzioni sociali e tecnologiche avvenute in un tempo così breve.

Non c’era Prometeus, ad esempio: impensabile oggi! Scherzi a parte, lo sviluppo del biotech in questi anni è stato impressionante: oggi editiamo genomi con semplicità, rapidità e poca spesa, qualche tempo fa un sequenziamento era un processo lungo e costoso.

La “rivoluzione Biotech” ha però anche sollevato parecchi interrogativi nell’opinione pubblica, soprattutto quando ancora non si aveva percezione di quale fosse la portata in termini di benefici per la collettività che il biotech avrebbe garantito e che oggi diamo per scontato, forse troppo.

Come il biotech ha migiorato e sta migliorando le nostre vite è bene ripeterlo: presidi terapeutici sempre più mirati efficaci e sicuri come anticorpi mono/bi specifici e terapie cellulari, bioprodotti sostenibili come le bioplastiche o i biocarburanti, catalizzatori biologici come gli enzimi ad uso alimentare o industriale. E’ sempre utile perciò ricordare il video di EuropaBio “The invisible revolution”.

La strada del progresso tecnologico è dunque tracciata e la stiamo percorrendo velocemente, tuttavia l’aumento della complessità e delle potenzialità delle tecnologie biologiche sollevano interrogativi e dibattiti nei non addetti ai lavori: per questo è necessario investire in comunicazione, divulgazione e public engagement.

Perchè su temi quali OGM, animali transgenici e derivazione di cellule staminali da embrioni c’è ancora molto da fare, come NBT ci ricorda.

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