La scienza in tavola, anche a Natale
Il Natale è alle porte, e come di consueto le 72 ore comprese tra la vigilia e S. Stefano significano grandi abbuffate, probabilmente innaffiate da un buon vino, quello che magari ci si può permettere solo in queste occasioni.
Ebbene, in questi giorni possiamo dedicarci non solo al divertimento ma anche alla scienza, magari anche facendo leva sulle competenze acquisite negli anni.
Per me che, oltre ad essere biotecnologo con un passato di neurobiochimico, ho la passione del vino ed un Titolo di Sommelier, piace particolarmente l’ultima linea di ricerca aperta dal neurobiologo di fama internazionale G. Shepherd dell’Università di Yale: la neuroenologia, di cui si è discusso anche durante l’ultimo Congresso dell’Associazione Italiana Sommeliers.
Diciamolo subito: l’obiettivo della neuroenologia è quello di capire le basi scientifiche del gusto del vino. Gusto che non è una proprietà intrinseca del vino, ma bensì l’elaborazione dei meccanismi sensoriali, motori e comportamentali legati al processo di degustazione. Per questo, non è solo una questione di gusto e degustazione, ma piuttosto di esperienza sensoriale.
Consiglio quindi a tutti di trovare il tempo per poter godere della propria esperienza sensoriale leggendo “Neuroenology: how the brain creates the taste of wine”. Tanti auguri da ANBI e … in alto i calici!