Biotecnologi: tra nuove opportunità e vecchi errori
Il recente Concorso pubblico per la selezione di figure di direttori tecnici biologi bandito dalla Polizia di Stato e le reazioni per lo più fredde e distaccate da parte di diversi colleghi mi porta a fare delle considerazioni che da Presidente dell’Associazione di riferimento per i Biotecnologi Italiani, ANBI, ritengo cruciali.
Vorrei partire da una evidenza di cui, da Biotecnologo, ho preso coscienza fin da subito, ovvero che le mie istanze erano le medesime istanze di tutti i Biotecnologi, e che non aveva senso muovermi singolarmente, ma era necessario creare una massa critica per concentrare gli sforzi e non disperdere le energie. Una massa critica per essere presente e “pesante” nei tavoli che contano. Era il 2008, ed ero un dottorando, da allora molto è cambiato, e il recente risultato ottenuto con il bando della Polizia ne è testimonianza. E’ cambiato anche grazie all’impegno di molti di noi che si sono spesi affinché questo cambiamento potesse avvenire.
Anch’io ho dato il mio contributo, dal 2009 ho frequentato assiduamente tutti i colleghi che come me si sono appassionati e hanno deciso di dedicare il proprio tempo libero per la difesa e la tutela della professione, di tutti i Biotecnologi. Ho visto crescere il gruppo, organizzato direttamente la Sezione Regionale Lombardia anche al tavolo della Consulta Professioni e visto arrivare finalmente le equipollenze. Questi successi, queste modifiche sostanziali e tangibili dell’assetto normativo, questi passi verso un riconoscimento completo della nostra Professione mi hanno fatto sempre credere che eravamo sulla strada giusta, la strada che sempre più avrebbe raccolto consensi, supporto e condivisione.
Oggi mi pare di capire che in molti tra i Biotecnologi ritengano che il celebre detto “l’unione fa la forza” non sia applicabile alla nostra situazione e che sia più utile muoversi in modo autonomo ed estemporaneo. Ai Colleghi che pensano questo però chiedo:
siete davvero convinti che petizioni on line, articoli su blog, o giornali possano portare a risultati tangibili?
Personalmente non ho memoria di leggi approvate negli ultimi 10 anni grazie a iniziative popolari o simili.
Permettetemi inoltre di rilevare che ogni singolo risultato ottenuto, piccolo o grande che sia, non è stato ottenuto in questo modo. Ogni singolo risultato è stato il frutto di un lavoro preciso, focalizzato ed appassionato di alcuni Biotecnologi che hanno lavorato per tutti i Biotecnologi. Gratuitamente e nel tempo libero. Lo stesso lavoro che è in corso per il riconoscimento del Biotecnologo nell’ambito della revisione del Dpr 483/97 sulle professioni sanitarie che da lungo tempo portiamo avanti senza sensazionalismi o protagonismi.
Penso quindi che non abbia senso pensare ad un “noi” e ad un “voi”, che sia necessario smettere di guardare il dito perdendo di vista la luna e il percorso che serve per raggiungerla. E’ piuttosto il tempo di impegnarsi, di riconoscere che viviamo, volenti o nolenti, in una Democrazia Rappresentativa e decidere consapevolmente di trasformarla in Democrazia Partecipativa, dove a partecipare siamo noi per primi. L’Associazionismo è la base di questa Democrazia, e la condivisione di obiettivi comuni è la base della Partecipazione. Non smettiamo dunque mai di lavorare per un “noi”. Perché è solo grazie a questo “noi” se tre giorni fa abbiamo portato a casa un risultato importante. Non dimentichiamocelo.
L’ANBI c’è. Mi piacerebbe ci foste anche voi. Tutti voi.
Daniele Colombo
Presidente ANBI