Intervento del presidente ANBI su il Piccolo di Trieste
Prometeus ripropone l’intervento del Presidente ANBI, Tommaso Scarpa, apparso nei giorni scorsi su Il Piccolo di Trieste.
C’è un triestino, Tommaso Scarpa, alla guida dell’ANBI, l’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani (www.biotecnologi.org), che si prefigge di valorizzare la professione e la professionalità del biotecnologo, anche e soprattutto attraverso un completo riconoscimento normativo e legislativo. Il sodalizio conta su 400 iscritti, tra i quali una trentina in attività nel capoluogo giuliano, e un bacino di più di 1500 contatti.
«Sono nel direttivo dal 2009 e presidente dal 2013 – spiega Scarpa – la nostra è una realtà che si occupa di networking, divulgazione scientifica e formazione continua. Da sempre il rapporto con gli atenei è molto stretto, per fornire un collegamento diretto tra studenti e mondo del lavoro. Punta inoltre a dimostrare come un impiego in laboratorio non sia l’unico sbocco per un biotecnologo, ma dopo l’università e la laurea in questo campo le opportunità siano molteplici, ad esempio nell’ambito della comunicazione scientifica, del marketing, della proprietà intellettuale, nelle aziende private o nel sistema sanitario. Il problema è che tuttora molti settori non prevedono l’inserimento di personale laureato in biotecnologie: soprattutto nei concorsi pubblici questa figura risulta spesso ancora assente».
Scarpa è stato uno dei primi laureati nel corso di Biotecnologie dell’ Università cittadina, ormai una decina di anni fa. Ha scelto di perfezionarsi in Irlanda, rientrando poi nella sua città natale per conseguire il dottorato. Dal 2009 lavora al Parco Tecnologico Padano (www.tecnoparco.org) di Lodi, dove oggi è project manager. «Il mio compito è fornire supporto ai ricercatori nella gestione dei loro progetti. Perché non fuggire all’estero come tanti? Ho puntato sul mio Paese, sulle potenzialità che ci sono e che funzionano. I contatti con realtà ed enti stranieri sono comunque quotidiani, perchè molti progetti sono finanziati dalla Comunità Europea, ma sono contento che la base di tutto sia qui».
Tra i prossimi impegni dell’Anbi c’è la creazione di una rete che colleghi tutti i biotecnologi italiani nel mondo, una sorta di comunità virtuale che possa contribuire ulteriormente a migliorare la professione e il futuro dei laureati. Intanto esiste già un webmagazine, Prometeus, dove scambiare opinioni e promuovere iniziative o percorsi di perfezionamento.
«Nel campo delle biotecnologie Trieste rappresenta un’eccellenza, una ricchezza per il territorio e per tutto il Paese: ci sono strutture molto importanti e scienziati di grande spessore. Nel mio piccolo – conclude – cerco costantemente, sia nel mio lavoro al Parco Tecnologico che con l’impegno per l’Associazione, di contribuire alla crescita di un settore dalle immense potenzialità nel quale, a mio modo di vedere, i biotecnologi possono e devono ricoprire un ruolo da protagonisti».