Grazie Carrozza, in bocca al lupo Giannini

Il 6 aprile scorso, pare passato una vita da allora mentre non sono appena dieci mesi, la neo-eletta senatrice Maria Chiara Carrozza partecipava alla Assemblea Nazionale dell’ANBI a Siena. Appena ventidue giorni dopo, Maria Chiara prestava giuramento come Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo Letta.

Ieri, un nuovo Ministro ha preso servizio nel governo Renzi. Stefania Giannini, anche lei Rettrice di una piccola Università di eccellenza come il Ministro che andava a sostituire, la Sant’Anna di Pisa l’ex, l’Università per stranieri di Perugia l’attuale.

Sono passati dieci mesi da quando il Ministro Carrozza ha preso servizio a Viale Trastevere, e si può e deve fare un bilancio di questo periodo. Con una premessa doverosa: indipendentemente dalle capacità, dai provvedimenti, dall’esercizio politico, Maria Chiara Carrozza si è dimostrata, anche durante il suo periodo ministeriale, una persona aperta al dialogo, all’ascolto, alla discussione – anche feroce, come spesso accadeva sui social media. Quello che mi aveva positivamente colpito durante la sua campagna elettorale, e che mi aveva portato a scambiare spesso idee e tweet con lei, fino ad invitarla a Siena a dire la sua.

Tutto si può dire fuorché che i dieci mesi carrozziani siano stati inoperosi.

Anzitutto, per la prima volta nella storia ministeriale, il ruolo cruciale delle politiche della ricerca europea, e di Horizon 2020 nel caso specifico, è stato riconosciuto tale. Il metodo e il merito della partecipazione delle delegazioni italiane in Europa ha permesso di gettare le basi verso un posizionamento importante del nostro paese nei comitati decisionali della Commissione. Organizzazione e programmazione, con un’ottica europea, che sono anche il comune denominatore del Piano Nazionale della Ricerca, pubblicato a inizio febbraio e che sancisce un investimento di quasi 900 milioni di euro l’anno per sette anni. Un modo di programmare le risorse, in maniera coerente con la politica europea, che sicuramente è una piacevole novità nel nostro paese. Sul tema dei finanziamenti, altro punto di buonissimo impatto, a mio avviso, sono il recente bando SIR, per i giovani ricercatori under 40, con circa 50 milioni di euro stanziati e un processo di valutazione analogo a quello ERC. Bene, decisamente, anche se manca tutta una parte di valorizzazione dei meccanismi finalizzati ad accrescere lo sfruttamento economico della ricerca applicata.

Riguardo la valutazione premiale delle Università, sicuramente si sarebbe potuto fare di più. Il 16% del Fondo di Finanziamento Ordinario destinato sulla base di criteri oggettivi è un brodino che non può lasciare soddisfatti. Sul tema avevo già scritto ampiamente su Prometeus, sarò quindi breve. Fino a che non avremo il coraggio di cacciare manager incapaci, rettori che scambiano la macchina universitaria con una fabbrica di regalie e chiudere università inadeguate, ogni richiesta di soldi in ricerca sarà vana. Poco, troppo poco. Rimandata.

Dopo il pasticcio del bonus maturità, è stato invece un provvedimento epocale quello firmato in extremis dal ministro per la riforma dell’accesso alle Scuole di Specializzazione in area medica. È auspicabile che i concorsi farsa, che erano diventati la norma in un mondo accademico dove le baronie dell’area medica sono all’ordine del giorno, cessino grazie a questo nuovo meccanismo su base nazionale, andando così a premiare i bravi, e non i parenti o i fedeli discepoli del barone di turno. Un applauso convinto.

Di qui dobbiamo ripartire, da alcuni concetti chiari e dalla volontà di rendere realmente meritocratico il nostro sistema della ricerca e dell’Università. Proprio come anche Davide Ederle, in un suo recente articolo ha voluto sottolineare: bisogna ripartire dalla meritocrazia.

Merito che deve andare di pari passo con la comprensione del valore della ricerca per la società civile. Bene quindi che sia un tecnico, ancor prima che un politico, come Stefania Giannini a guidare il Ministero ora. Sperando che non si voglia inaugurare una stagione di contro-riforme, ma che, anzi, la linea sia quella della continuità con quanto iniziato, a mio avviso con una sufficienza piena, da parte di Maria Chiara Carrozza.

In bocca al lupo, Ministro Giannini.

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