OGM: Italia fuorilegge e agricoltori insorgono
L’Italia sul tema OGM è fuorilegge, lo sancisce l’Europa che ha appena notificato al Governo Italiano l’apertura di una procedura di infrazione per il divieto di 18 mesi alla coltivazione di OGM sul territorio nazionale approvato nel luglio scorso. Il Decreto, a detta stessa dell’allora Ministro De Girolamo, era contrario al diritto comunitario e il dossier su cui poggiava è già stato bocciato dall’EFSA.
Nel frattempo si muovono anche gli agricoltori, ai 400 friulani, che già a fine 2013 avevano chiesto di aprire agli OGM, oggi si uniscono anche 600 agricoltori lombardi di Confagricoltura. La motivazione è semplice: se li diamo da mangiare ai nostri animali, perché non possiamo coltivarli?
Prosegue inoltre la battaglia di Giorgio Fidenato che ha impugnato il Decreto del luglio scorso davanti al TAR. Il prossimo aprile si esprimerà sulla legittimità del provvedimento e se dovesse annullarlo si aprirebbero nuovamente le porte per la coltivazione di OGM nel nostro paese. Per correre ai ripari il Friuli Venezia Giulia sta cercando di approvare in tempi rapidi un regolamento per la coesistenza che di fatto la renda impossibile, escludendo così la coltivazione di OGM sul territorio regionale. Anche in questo caso, con tutta probabilità, il provvedimento risulterà illegittimo, ma intanto permetterà di guadagnare tempo. I campi OGM di Fidenato infatti hanno dimostrato di non generare problematiche di coesistenza nella scorsa stagione.
Amara la considerazione del Presidente di Assobiotec, Alessandro Sidoli:
L’Italia da tempo non applica le norme comunitarie. A partire dal 2000 sono stati promulgati provvedimenti regolarmente dichiarati illegittimi dal TAR e dalla Corte di Giustizia. Sempre con il risultato di tagliar fuori il nostro paese e gli agricoltori italiani dall’innovazione delle biotecnologie. Questi provvedimenti erano basati su giustificazioni pseudo scientifiche, smentite dagli organismi competenti dell’Unione Europea.
Intanto la coltivazione del mais in Italia, così importante per l’alimentazione animale e la filiera dei prodotti alimentari di qualità, subisce danni gravissimi a causa dei parassiti e delle contaminazioni da tossine, perdendo sempre più di competitività. Una situazione che dovrebbe stimolare una riflessione più responsabile e serena, tenendo conto dei veri bisogni del nostro settore agroalimentare. Non è un caso che il fronte degli agricoltori pro-Ogm si stia estendendo, come mostra chiaramente la ‘Petizione pro mais transgenico Mon 810’ firmata da oltre 600 imprenditori agricoli del mantovano e inviata alla Regione Lombardia.