I bambini, la scienza e le fesserie
Recentemente sono venuto a conoscenza, grazie a Kristian Fabbri, di un libro per bambini (ABC dell’ecologia) dove si parla, tra le varie cose, anche di OGM, come in questa pagina.
Ovviamente quanto scritto e’ un insieme di luoghi comuni che poco hanno a che vedere con la realtà degli OGM (banalmente la fragola-pesce non esiste).
Beh, alla fine son bambini, diranno alcuni. “Era per semplificare e dare l’ idea”. Ma e’ proprio così?
Abbiamo ampiamente parlato in altre occasioni dei problemi che riguardano l’informazione scientifica, tanto che l’ANBI ha promosso attivamente la giornata nazionale “Italia unita per la corretta informazione scientifica” e l’elaborazione di cortometraggi dedicati alla vicenda Vannoni e alla sperimentazione animale.
Ho piu’ volte anche ricordato che la disinformazione scientifica e’ frutto, tra le varie cose, anche di un sistema educativo che non fa appassionare i giovani alla scienza e non da’ loro le basi necessarie per comprendere il metodo scientifico, con il rischio di avere future generazioni sempre meno abituate a maneggiarlo.
Informare in maniera corretta, anche se con parole semplici e metafore, bambini e giovani ragazzi è dunque quanto di più importante possiamo e dobbiamo fare per creare un Paese migliore.
Perché, diciamocelo, i bambini sono tutt’altro che stupidi.
Ok, ci sara’ sicuramente qualcuno più portato di altri allo studio: qualcuno che mostra fin da piccolo l’ interesse per la scoperta, divertendosi con il microscopio o “il piccolo chimico”, ma la mia personale esperienza con Focus Junior mi ha ulteriormente dimostrato che
si può parlare correttamente di scienza, senza ricorrere a magie e luoghi comuni, a un pubblico non solo non specialistico, ma anche molto giovane.
Certo non e’ facile: la scienza e’ complessa, a volte faticosa, ma può essere anche spiegata con parole semplici. E può essere perfino divertente!
Ed e’ questo il difficile compito di chi vuole fare l’insegnante: appassionare le nuove generazioni.
Pare invece francamente strano che chi ritiene la propria opera “una raccolta di argomenti attuali per stimolare ed accrescere la sensibilità (…)” parli con questa facilita’ di sostenibilità, consumo critico e protocollo di Kyoto, ma non sappia trovare un modo, seppur semplificato, di spiegare correttamente che cosa sia un OGM. Un modo che ad esempio eviti di dover utilizzare la mai esistita fragola-pesce o definizioni quantomeno fuorvianti.
Questo e’ esattamente l’opposto di quello di cui abbiamo bisogno. Perché tirare fuori la fragola-pesce è come scrivere che la Terra e’ piatta. Eppure se qualcuno provasse a spacciarla per verità tutti lo derideremmo, così non è invece per gli OGM.
Perché certe cose false si possono raccontare e altre no?
Dopotutto nessuno di noi cammina a testa in giù, nemmeno quando è all’altro capo del mondo, no? La terra sferica è un concetto decisamente controintuitivo. Invece, sebbene la fragola-pesce non sia mai esistita (nessuno di noi tra l’altro l’ha mai vista) e nessun OGM coltivato abbia mai dato allergia (e nessuno di noi conosce qualcuno che è stato male per aver mangiato OGM), insegnare come vere queste cose ai bambini appare come una cosa naturale e accettabile socialmente.
Se si inizia a raccontare loro bugie quando sono ancora piccoli, come possiamo sperare che sviluppino un sano spirito critico quando saranno più grandi?
E soprattutto, come può ergersi a educatore e sensibilizzatore colui che per primo non controlla se quello che sta raccontando ha almeno un fondo di verità?