Niente di nuovo dalla politica, qualcosa di nuovo dalla scienza
Se qualcuno sperava che col nuovo Governo e con le nuove forze entrate in Parlamento potessero cambiare le posizioni dei politici sugli argomenti scientifici, possiamo dire che si sbagliava.
Meno di due settimane fa, ad esempio, sono stati proposti da alcuni Senatori, e approvati dalla Commissione Politiche Europee del Senato, degli emendamenti sulla sperimentazione animale che stanno fortemente preoccupando la comunità scientifica e i ricercatori italiani poiché mettono a serio rischio la ricerca biomedica, la didattica e perfino la comune pratica clinica, al punto da aver spinto alcuni di noi ad andare fino a Roma per almeno provare a far sentire la voce della scienza.
Se contavamo di poterci perlomeno concentrare su questo argomento, siamo subito stati superati dalla nostra politica che,
qui in Italia, giorno dopo giorno riesce a superare se stessa (in negativo) su qualsiasi questione, con particolare passione (e ignoranza) su quelle scientifiche.
Possiamo dire che c’era da aspettarselo: le dichiarazioni del Ministro dell’Agricoltura De Girolamo, che ha annunciato di voler adottare un provvedimento illegale contro gli OGM, le avevamo già commentate qui e recentemente anche il Ministro della Salute Lorenzin aveva parlato chiaro a riguardo, promettendo un testo contro gli OGM, a suo dire, “inattaccabile”.
Non poteva dunque mancare la Camera dei Deputati che, dopo il dibattito di alto contenuto scientifico del Senato, discuterà anche lei nei prossimi giorni una mozione per vincolare il Governo Italiano a bloccare l’uso di prodotti OGM regolarmente autorizzati in UE e vietare qualsiasi sperimentazione in campo.
E’ triste vedere come vengano utilizzate le stesse argomentazioni di dieci anni fa, come se, in fondo, non fosse cambiato proprio nulla.
Qualcosa di diverso, però, c’é:
Da meno di un anno c’è un’ associazione che si chiama Pro-Test Italia, dove studenti e ricercatori decidono insieme di scendere in piazza per manifestare le proprie ragioni. Persone che, nonostante tempistiche e finanze quantomai strette decidono di andare di fronte al Senato e cercare “di dire la loro” su questioni scientifiche.
Da meno di un anno c’è anche un gruppo, chiamato Dibattito Scienza, fatto da persone semplicemente appassionate di scienza, che vogliono instaurare un dialogo tra scienza e politica perché credono che un buon Governo debba fondare le proprie decisioni senza prescindere da un approccio razionale, basato sui fatti concreti.
Voci nuove che si uniscono a quella delle Società Scientifiche, ANBI in primis, che già da anni cercano di far sentire la propria voce. E dunque eccoci, ancora una volta, a chiedere ai nostri politici di rendersi conto che le decisioni su temi di scienza non si possono prendere contro la scienza, pena un grave danno per il paese.
I politici, forse non saranno cambiati, ma noi sì, e questo è di sicuro un primo passo per far cambiare anche loro.
La lettera che Dibattito Scienza ha inviato ai parlamentari.