Orrore degli orrori: sperimentazione animale OGM

Se gli OGM sono un orrore, e se ogni forma di sperimentazione sugli animali è un orrore sempre e comunque inaccettabile, fare sperimentazione animale su topi transgenici, per di più solo per verificare la sicurezza di additivi alimentari, dovrebbe essere l’orrore degli orrori.

Per giudicare però dovremmo parlare di fatti.

Uno degli additivi alimentari più controversi è l’edulcorante aspartame. Leggende metropolitane, guerre a colpi di Report (a mio giudizio poco d’informazione e molto scandalistico, a danno di persone perbene), cospirazioni, un istituto italiano come il Ramazzini in prima fila a lanciare ripetutamente l’allarme, pareri pro e pareri contro, EFSA che deve rivedere la scienza un anno sì e un anno no (2006, 2009, 2011, 2013) – e ancora non siamo alla fine. Insomma, siamo quasi al livello degli OGM.

Se però cerchiamo di capirci qualcosa e andiamo a leggerci la recente opinione EFSA, ancora in draft e oggetto di pubblica consultazione, e che verrà sicuramente modificata visti i commenti di varie autorità, essa riporta:

In vivo, the majority of investigations on systemic genotoxicity reported negative findings. Equivocal  positive findings were only described in a NTP study, positive in female but not in male p53  haploinsufficient mice; in two other transgenic mouse strains the results were negative.

Cioè, la maggioranza degli studi hanno dato esito negativo per la genotossicità in vivo (in animali), quindi non segnalano problemi. Solo uno studio su una linea di topi transgenici (OGM), modificati per avere incidenze di tumori più elevate, ha dato esito positivo, ma solo nelle femmine. Effetto che non è stato visto in altre due linee di topi transgenici dove invece l’esito è stato negativo.

Per affermare quindi poco sotto:

il Panel conclude che i dati disponibili non indicano preoccupazioni di genotossicità per l’aspartame.

Quindi, forse, siamo tranquilli.

Senza dubbio, però, al cuore della valutazione ci sono dei topini transgenici.

Animali che non solo sono allevati per essere destinati alla sperimentazione, ma il cui DNA è stato permanente modificato perché siano utilizzabili solo nella sperimentazione. In particolare, hanno un rischio costituzionalmente più elevato di tumori.

Per esempio, il prestigioso National Toxicology Program (NTP) americano usa i topi difettivi per il gene p53 (p53+/- eterozigote) e del tipo Tg.AC (con v-Ha-ras transgenico). Nel caso dell’aspartame sono stati usati anche topi difettivi per p16, perché più suscettibili al tumore del cervello che si temeva legato al consumo di aspartame.

Si tratta degli stessi geni coinvolti nella cancerogenesi nel’uomo, i topini con queste mutazioni appaiono più sensibili ad eventuali sostanze cancerogene dei loro colleghi non transgenici. La maggior suscettibilità dovrebbe richiedere meno tempo per identificare una sostanza cancerogena (e forse meno animali sperimentali) e facilitare la comprensione dei meccanismi. Il disporre di questi animali modello “speciali” ci permette poi di evitare di confondere l’elevata incidenza spontanea (cioè non legata al composto studiato) di tumori che si osserva negli animali in esperimenti a lungo termine (lo stesso problema degli studi di Seralini sugli OGM), confusione che sarebbe presente anche negli studi del Ramazzini.

La domanda però resta:

E’accettabile questo tipo di sperimentazione? E’ il male minore? Quanto vale valutare e ridurre il rischio di tumori nell’uomo.

Certo potremmo forse fare a meno dell’aspartame, a priori, e usare lo zucchero o l’acesulfame K, ma la stessa domanda di sicurezza si può porre per praticamente tutti i composti naturali e non, e la risposta richiede gli stessi studi. Uno studio recente dell’NTP ha indagato ad esempio il potenziale cancerogeno dell’estratto di Gingko biloba, con risultati probabilmente poco applicabili in Italia perché l’estratto usato sarebbe chimicamente alterato (secondo fonti dell’industria) e diverso da quelli prodotti in Italia.

Nella polemica seguita, uno dei punti dibattuti è che i livelli usati negli studi di tossicologia sono molto più alti di quelli cui è poi esposto l’uomo.

Ma questo è un architrave del sistema di sicurezza alimentare: l’orrore del cancro è talmente grande che il rischio alimentare deve essere trascurabile. Abbiamo deciso che quello che troviamo nel piatto non deve poter aumentare la possibilità di contrarre una malattia così terribile.

Per questo accettiamo che gli alimenti siano più cari, che alcuni alimenti spariscano dalle nostre tavole, e che si facciano esperimenti con topini transgenici per testare la sicurezza degli alimenti.

Naturalmente si può anche cambiare idea. Però bisogna sapere cosa c’è dall’altra parte dell’equazione della sperimentazione animale.

@lucabuk

Commenti

commento/i