Il batterio bicentenario
Nel film di Chris Columbus, l’uomo bicentenario, Robin Williams interpretava un servizievole androide domestico che, in un paio di secoli, è riuscito ad emanciparsi dallo status di robot al punto di sposarsi e riuscire a morire “come essere umano”. Tornando alla realtà, negli ultimi anni abbiamo sentito parlare molto di biologia sintetica e l’ultima frontiera, arrivata direttamente dal MIT, è il primo batterio in grado di compiere (a livello di struttura genomica e di espressione proteica) funzioni logiche e di memorizzarne i risultati. Senza entrare nei dettagli “bio-cibernetici”, quello che il gruppo del Prof. Lu ha ottenuto, utilizzando enzimi chiamati ricombinasi e manipolando ad-hoc il genoma di E. coli, è una serie di circuiti in grado di rispondere a stimoli tagliando pezzi di DNA, capovolgendoli e reinserendoli nel genoma. Il sistema, simile a quello Cre-loxP, innesca un domino genetico che restituisce una sorta di codice binario, gene acceso/gene spento, che può avere le stesse funzionalità dei sistemi logici presenti nei nostri computer. Secondo gli autori, circuiti del genere potrebbero essere utilizzati in moltissimi modi come ad esempio individuare in maniera precoce cellule con pattern genetici maligni attivati.