Approvata Riforma Professioni

Oggi, la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati ha approvato in sede legislativa la legge che regolamenta le associazioni delle professioni non organizzate con ordini e collegi (AC 1934-B).

L’ANBI è nata con questa normativa in mente, disegnando il proprio Statuto secondo i criteri condivisi da anni in tanti paesi europei e dotandosi di un Codice Deontologico a garanzia dei professionisti e dei consumatori.

Fin dalla emanazione della Direttiva Qualifiche nel 2006, ANBI si è spesa per il recepimento di un sistema di riconoscimento professionale dinamico ed improntato ad un sistema internazionale di certificazione delle competenze. Già nel 2009, ANBI aveva partecipato aduna audizione alla Camera dei Deputati, assieme ad esponenti di altre categorie professionali come i tributaristi e gli archeologi, per testimoniare la necessità di una riforma che portasse al riconoscimento di migliaia di professionisti operanti nel settore delle Biotecnologie.

“Abbiamo lavorato costantemente, in Italia ed in Europa, – dice Simone Maccaferri, presidente ANBI – per rendere possibile un sistema di riconoscimento professionale che si basasse sul riconoscimento delle associazioni professionali, come ente anche scientifico garante della qualità e della professionalità degli operatori del settore. ANBI da sempre si è dotata degli strumenti necessari per adempiere a questo ruolo, ed esprimo quindi la mia più viva soddisfazione per questo importante passo avanti, che porta l’Italia al passo con l’Europa nella disciplina delle professioni.”

Un traguardo per i biotecnologi e per tutti i professionisti dell’innovazione. Sono infatti 3 milioni i professionisti, interessati da questo provvedimento, che contribuiscono ad oltre il 4% del PIL nazionale e che vedono finalmente riconosciuta la loro professionalità: si tratta di una pietra miliare fondamentale per lo sviluppo del Paese, attesa dal 1983, che finalmente rende l’Italia competitiva con il resto del mondo in un momento in cui la crisi può essere superata solo con l’innovazione e lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza.

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