ANBI interviene sul caso UNITO e UNIPR e Sperimentazione Animale
ANBI fa proprie le riflessioni avanzate dal Patto Trasversale per la Scienza in tema di Sperimentazione Animale, con particolare riferimento ai recenti fatti riguardanti le sperimentazioni in corso presso le Università di Torino e Parma.
Centomila persone ogni anno diventano cieche a causa di una patologia chiamata “blindsight” o “visione cieca”, un particolare disturbo visivo che colpisce chi ha subito un danno cerebrale.
Le Università di Torino e di Parma stanno portando avanti il progetto Lightup: una ricerca, autorizzata da tutti gli enti preposti sia dal punto di vista scientifico che etico, per comprendere i meccanismi della malattia e ridare la vista alle persone che oggi non vedono.
La LAV ha lanciato la petizione “Salviamo i macachi”, nella quale chiede al ministro Grillo di sospendere la sperimentazione in corso su 4/6 macachi.
La Petizione e i successivi comunicati stampa sono stati sottoposti a fact-checking dalle Università e contengono numerose informazioni inesatte, che fanno leva sui sentimenti della pubblica opinione.
Il Patto Trasversale per la Scienza e ANBI esprimono appoggio e solidarietà ai ricercatori delle Università di Torino e di Parma e richiama le istituzioni a fondare le proprie decisioni sulle rilevanze scientifiche e non su informazioni inesatte, false o manipolate.
Il Presidente del PTS, Pier Luigi Lopalco, ha sottolineato che:
La legge sulla sperimentazione animale in Italia è già una delle più restrittive del mondo. Per molte ricerche importantissime, fra cui la sperimentazione dei farmaci, ad oggi non esiste una alternativa valida. I controlli inviati a Parma e Torino fanno parte di ogni sano sistema di verifica della qualità, e abbiamo piena fiducia nelle istituzioni. Ma come PTS ci battiamo per evitare che il fanatismo renda la vita dei ricercatori inutilmente complicata, rendendo impossibili sperimentazioni fondamentali al progresso e alla salute dell’uomo.
Davide Ederle, Presidente ANBI, ha aggiunto:
ANBI esprime piena solidarietà ai ricercatori oggetto dell’ennesima campagna tesa a mettere in cattiva luce il loro operato. Qualora si rilevassero condotte non consone è giusto sanzionarle, altra cosa è mettere alla gogna chi dedica la propria vita a rispondere al bisogno di cura di centinaia di migliaia di persone.
Per comprendere la complessità del sistema regolatorio, in termini di sperimentazione animale, vigente in Italia, e come l’approccio emotivo fin qui adottato sia controproducente, invito a visionare il video sviluppato da ANBI in occasione del recepimento della direttiva europea 2010/63.
Qui nel link il fact-checking dettagliato sulla petizione della LAV.