ANBI: gli ordini evitino di prestare il fianco a strumentalizzazioni
In questi giorni si sta accendendo il dibattito attorno al Congresso per il cinquantenario della fondazione dell’Ordine Nazionale dei Biologi. A destare scalpore è la presenza di alcuni relatori dalle chiare posizioni no-vax, sostenute da studi che trovano scarsi riscontri nella letteratura e ancor meno condivisione nella comunità scientifica.
Il Presidente dell’Ordine ha sottolineato che l’idea che il convegno sia finalizzato a sostenere tesi contro i vaccini o contrarie alla legge che ne fa obbligo è destituita da ogni fondamento.
Una precisazione importante e doverosa, dato anche il clima che su questo tema così delicato si è respirato e si continua a respirare in questi mesi, che sgombra il campo da equivoci e possibili strumentalizzazioni.
Gli Ordini esistono infatti per garantire primariamente la qualità della prestazione professionale e vigilare sul rispetto della deontologia per salvaguardare il benessere della collettività. In questa cornice diventa fondamentale fare in modo che anche le iniziative da essi promosse siano al di sopra di ogni possibile strumentalizzazione, e dovrebbero sempre cercare di dare spazio e voce a ricerche e ricercatori che hanno visto i propri risultati, seppur d’avanguardia, validati e confermati dalla comunità scientifica internazionale.
Come Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani ci auguriamo che questo approccio alla scienza diventi un approccio condiviso nel Paese e auspichiamo che gli Ordini professionali siano sempre in prima linea nel promuoverlo.