Perché è importante la #ScienceMarchIT

Oggi parteciperò in qualità di Presidente ANBI alla #ScienceMarchIT che si terrà a Milano. Potrà sembrare un appuntamento eccentrico e di scarsa utilità, ma così non è.

Per tentare di spiegare il perché, vorrei riprendere alcuni stralci di quel che, tra organizzatori, ci siamo detti e che poi abbiamo condensato in un comunicato stampa che troverete integralmente in calce. In particolare vorrei sottolineare 3 concetti che personalmente ritengo fondamentali:

  1. Una scienza sana e libera è un diritto e il pilastro fondamentale per la libertà e la prosperità. Ogniqualvolta si è provato a piegare la scienza (e la realtà) all’ideologia l’esito è sempre stato disastroso. Per tutti.
  2. Affinché esista una scienza sana e libera è necessario che esista prima di tutto un rapporto sano tra scienza e società. Un rapporto che parta da una diffusa e chiara consapevolezza del valore della ricerca. Un valore che oggi è sempre più messo in discussione soprattutto perché non è stato coltivato e difeso in quanto dato, con troppa superficialità, per scontato.
  3. Non è pensabile oggi lasciare la difesa del valore della ricerca e di politiche basate su evidenze scientifiche ad altri che ai ricercatori. Se per primi non sono i ricercatori a difendere il proprio contributo alla crescita del Paese, come si può pensare che lo facciano gli altri?

Per questo l’ANBI oggi c’è. Spero ci sarete anche voi.

 

Una scienza sana e libera è un diritto e il pilastro fondamentale per la libertà e la prosperità umana. Noi vogliamo sostenerla perché in questo momento storico si stanno creando le condizioni per un futuro in cui non solo le evidenze scientifiche vengono sistematicamente ignorate, ma persino attivamente messe a tacere.

 

Noi, persone e associazioni che hanno aderito alla Marcia per la Scienza, riteniamo che il miglior modo per proteggere la scienza sia creare forti legami tra i ricercatori e la comunità in cui operano, ad ogni livello. Bisogna ricucire la divisione tra il pubblico e i ricercatori per rendere possibili e condivise politiche basate sulla scienza, perché queste hanno un impatto sulla vita di tutti e assieme vanno costruite.

 

Oggi l’appuntamento è presso l’Ambasciata statunitense per un motivo preciso: sottolineare che la promozione di queste politiche non può essere vista al di fuori del contesto internazionale. Quanto avviene negli USA ha ripercussioni anche su di noi. In un mondo sempre più interdipendente soffriamo direttamente dei tagli alla ricerca imposti da Trump e indirettamente da un ambiente politico ostile alla scienza, dalle piccole cose come il divieto per il Dipartimento dell’Energia USA di usare termini come “climate change” nelle sue comunicazioni, alle grandi scelte come l’ordine esecutivo “Promoting Energy Independence and Economic Growth” che allontana ulteriormente la riduzione delle emissioni, o quanto avvenuto all’ultimo G7 dove è mancata la volontà politica di rilasciare una dichiarazione condivisa sul cambiamento climatico.

 

La diffidenza della politica verso la scienza deve però essere sconfitta anche in casa nostra. Sempre più spesso anche il legislatore italiano predilige la demagogia alla responsabilità. Questa scelta negli anni ha portato non solo a una riduzione dei finanziamenti pubblici alla ricerca, ma anche prodotto leggi che ostacolano in modo drammatico il lavoro dei ricercatori italiani, impedendo loro di contribuire con la propria competenza allo sviluppo del Paese e, in molti casi, costringendoli addirittura a espatriare per trovare contesti capaci di valorizzare le loro idee. Questo è un danno enorme per il Paese ed è sempre più urgente e necessario un deciso cambio di rotta. Per questo oggi abbiamo scelto di marciare per la scienza.

 

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