ANBI su il Corriere: le biotech si sperimentino anche in campo

L’ANBI interviene nel dibattito che si è aperto sulle pagine del Corriere con gli interventi di Paolo Mieli e Maurizio Martina. Oggi il quotidiano ospita la lettera di Daniele Colombo, Presidente dell’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani.

 

Gentile Direttore,

le scrivo per aggiungere la voce dei biotecnologi italiani all’interessante, e speriamo anche utile, dibattito che si è aperto attorno agli OGM con gli interventi di Paolo Mieli e del Ministro Maurizio Martina sulle pagine del suo giornale. Come Associazione di professionisti del settore, non possiamo che sottoscrivere quanto rilevato da Mieli, ovvero che paure scientificamente immotivate (o, se vogliamo, politicamente motivate) abbiano di fatto impedito in questi anni l’innovazione genetica in agricoltura nel nostro Paese, e in parte anche in Europa. Oltre 12.000 pubblicazioni scientifiche sugli OGM ci consegnano una fotografia di una tecnologia sicura e più sostenibile rispetto a molte delle pratiche comunemente in uso, mettendo anche in una giusta prospettiva i rischi paventati da ricercatori come Infascelli, probabilmente frutto di una manipolazione che, qualora definitivamente accertata, vorremmo venisse sanzionata duramente.

Voglio essere chiaro: riconosciamo al Ministro Martina di essere riuscito ad aprire una strada per ridare dignità e risorse alle biotecnologie in agricoltura in Italia. L’ha fatto puntando su due tecniche innovative, genome editing e cisgenesi, che come abbiamo avuto modo di riportare nel nostro comunicato citato dallo stesso Martina “rappresentano senza dubbio le nuove frontiere ed è giusto investire su queste“. Il nostro auspicio è per un ulteriore sforzo affinché il dibattito non si fermi né alle sigle né alle soglie del laboratorio, e che ogni tecnologia, OGM inclusi, possa essere sperimentata in campo aperto per dare modo ai nostri ricercatori di conoscerle a fondo e di poterle usare per aiutare il nostro Paese a competere a livello internazionale. Come abbiamo continuato nello stesso comunicato “cisgenesi e genome editing non sono le uniche biotecnologie possibili, e forse dovremmo prestare maggiore attenzione anche a quelle ricerche in corso da anni che purtroppo non possono varcare la soglia del laboratorio per poter essere sperimentate in campo“.

Abbiamo grandi talenti, sfruttiamoli ricordandoci che “la ricerca si può e si deve distinguere in “buona” e “cattiva”, ma solo sulla base della qualità e onestà con cui viene realizzata e presentata, non sulla base di preconcetti che poco hanno a che vedere con la realtà delle cose“. Siamo fiduciosi che l’apertura del Ministro Martina nei confronti delle biotecnologie agrarie possa determinare una nuova era che permetta di superare, finalmente, anche il pregiudizio nei confronti degli OGM, come auspicato dal Dott. Mieli.

Cordiali Saluti,

Dott. Daniele Colombo

Presidente

Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani

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