Scuole di Specializzazione: al via il fronte comune

Il nostro richiamo per un fronte comune con gli altri soggetti professionali “non medici” colpiti duramente dall’attuale stallo relativo ai Bandi per le Scuole di Specializzazione in ambito sanitario ha avuto riscontro.

La Rappresentanza Nazionale degli Specializzandi in Farmacia Ospedaliera, la Rappresentanza Nazionale degli Specializzandi in Fisica Medica ed il Coordinamento italiano Specializzandi di Area Sanitaria hanno raccolto l’invito ad unire le forze ed hanno sottoscritto la seguente mozione diretta ai Ministeri della Salute e dell’Università e Ricerca.

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Stefania Giannini

Al Capo di Gabinetto del MIUR

Alessandro Fusacchia

Al Capo Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca

Marco Mancini

Al Ministro della Salute

Beatrice Lorenzin

e per conoscenza:

Alla Dirigente MIUR, Vanda Lanzafame

Alla Dirigente MIUR, Maria Giovanna Zilli

Al Presidente della CRUI, Stefano Paleari

Al Presidente del CUN, Andrea Lenzi

Al Presidente ONB, Ermanno Calcatelli

Al Responsabile Nazionale Dirigenza Anaao Assomed, Alberto Spanò

Oggetto: sollecito per la risoluzione della problematica specializzandi “non medici” di area sanitaria [Documento derivante dal primo Tavolo di Lavoro e Confronto tra rappresentanze “non mediche” di area sanitaria (Roma, 27 novembre 2015)]

 

Giova richiamare, preliminarmente, il testo dell’art. 8 della legge n. 401/2000, che prevede: “Il numero di laureati appartenenti alle categorie dei veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi iscrivibili alle scuole di specializzazione post-laurea è determinato ogni tre anni secondo le medesime modalità previste per i medici dall’articolo 35 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, ferma restando la rilevazione annuale del fabbisogno anche ai fini della ripartizione annuale delle borse di studio nell’ambito delle risorse già previste”.

Tale legge è in vigore dal 23 gennaio 2001.

Secondo l’interpretazione ufficiale dell’art. 8 della legge 401/2000, resadal Ministero dell’Economia e Finanze “La citata disposizione normativa è rimasta ad oggi inattuata in quanto essa, nel sancire per le suddette figure il diritto alla formazione alle medesime condizioni previste per i medici, non ha tuttavia previsto specifiche risorse finanziarie necessarie a far fronte agli ulteriori ed aggiuntivi oneri economici, stabilendo unicamente che la ripartizione annuale delle borse di studio debba avvenire nell’ambito delle risorse già previste e quindi nell’ambito di quelle già previste per i contratti di formazione dei medici” (estratto da “Appunto per il Sig. On.le Beatrice Lorenzin per il tramite dell’Ufficio di Gabinetto, Ministero della Salute, DGPROF 0017130-P-30/03/2015).

È, inoltre, necessario ricordare che il governo italiano col Decreto Legge 30 Dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della Legge 23 Ottobre 1992, n. 421), nel comma 3, articolo 15 del Titolo V del medesimo, dispone l’obbligatorietà del possesso del titolo di specializzazione anche per i laureati “non medici”, tra i requisiti indispensabili per la partecipazione concorsuale ai ruoli dirigenziali del Sistema Sanitario Nazionale.

La Conferenza Stato-Regioni, con il documento stilato il 7 maggio 2015, assolve a quanto previsto dall’art. 8 della legge 401/2000, determinando il fabbisogno annuale degli specialisti “non medici” per il triennio 2014-2017 “nonché il numero dei relativi contratti di formazione”. Il numero di contratti di formazione per l’anno accademico 2014-2015, ad esempio, ammontano a 213 per i veterinari, 137 per gli odontoiatri, 253 per i farmacisti, 278 per i biologi, 119 per i chimici, 89 per i fisici, 265 gli psicologi.

Si evidenzia che con il Decreto Interministeriale del 4 febbraio 2015 (“Riordino scuole di specializzazione di area sanitaria”), emanato del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), sono state riordinate le scuole ad accesso esclusivo per i “non medici”, ovvero Fisica Medica, Farmacia Ospedaliera e Specializzazioni in Odontoiatria. Lo stesso Decreto al comma 3 dell’art. 1 riporta “Con successivo provvedimento da emanarsi entro e non oltre 60 gg dalla pubblicazione del presente decreto saranno individuate le scuole di specializzazione di area sanitaria ad accesso misto nonché gli ordinamenti didattici destinati ai soggetti in possesso di titolo di studio diverso dalla laurea magistrale in medicina e chirurgia”.

Considerata, dunque, la sola documentazione sopra riportata, il blocco degli accessi alle scuole di specializzazione di area sanitaria per tutti i laureati “non medici” da parte del MIUR e la mancata retribuzione per gli specializzandi in corso è da considerarsi a tutti gli effetti un’azione illegittima.

Diverse recenti segnalazioni, inoltre, indicano la volontà di modifica, abrogazione o annullamento dell’art. 8 della legge 401/2000 al fine di bloccare i ricorsi per le borse di studio da parte degli specializzandi. Tali tentativi non possono trovare consenso e, se fossero messi in atto, non potranno che portare, inevitabilmente, a nuovi contenziosi legali in quanto discriminatori e lesivi dei diritti di tutte le professionalità citate nell’articolo di legge.

Ricordiamo, inoltre, che la presenza di specialisti “non medici” all’interno del Servizio Nazionale Sanitario è essenziale e necessaria, e non facoltativa, per il buon funzionamento dello stesso e, dunque, meritevole della stessa dignità riconosciuta ai colleghi laureati in medicina e chirurgia. L’esigenza di specialisti “non medici” è oggettiva sia, ovviamente, per le aree di pertinenza esclusivamente “non medica” (Fisica Medica, Farmacia Ospedaliera e Specializzazioni in Odontoiatria), sia per le aree ad accesso misto, medico e “non medico” (Biochimica e Patologia Clinica, Microbiologia e Virologia, Scienze dell’Alimentazione, Genetica Medica, Farmacologia e Tossicologia clinica, Statistica Sanitaria e Biometria). In quest’ultime aree, difatti, il numero di contratti di formazione annuale per i soli medici, previsto dal documento della Conferenza Stato-Regioni, non è in alcun modo sufficiente a soddisfare il fabbisogno di specialisti a livello nazionale, considerando le necessità sia del sistema sanitario pubblico che del privato. È inoltre da rilevare e denunciare una più alta quota di abbandono, da parte dei laureati in medicina, delle scuole ad indirizzo laboratoristico rispetto alle scuole di altro indirizzo.

Dunque, il perdurare del blocco ministeriale degli accessi ai laureati “non medici” determinerà nei prossimi anni una grave carenza di figure specialistiche a livello nazionale, con sicure ripercussioni sulla qualità del Servizio Sanitario stesso.

Si sollecitano, dunque, i ministeri competenti ad ottemperare alle leggi vigenti, nonché ad ordinanze e sentenze rimaste ancora inattuate, riattivando l’accesso alle scuole di specializzazione per i laureati “non medici” e prevedendo la copertura finanziaria degli specializzandi in corso.

Qualora non si riuscisse a raggiungere una risoluzione della problematica in tempi brevi, i firmatari della presente lettera, si faranno promotori di nuove ed ulteriori azioni legali al fine di dare piena ottemperanza a quanto sancito da legge.

Commenti

commento/i