Biotecnologi e professioni sanitarie: un chiarimento

Nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha rilasciato una nota di chiarimento (0047725-P-12-10-2015) inerente la richiesta, promossa da anni con forza dall’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani (ANBI), di modifica del Dpr 483/97 per l’introduzione della figura di Dirigente Biotecnologo all’interno del SSN. Tale nota segue la richiesta, del 12 Maggio 2014, inviata da ANBI al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin con oggetto:

Revisione del D.P.R. n.483 del 10 dicembre 1997; inserimento del profilo professionale del Dirigente Biotecnologo nell’elenco del Personale del SSN.

A questa richiesta, aveva fatto seguito una risposta indirizzata ad ANBI (0036179-02/07/2014-DGPROF) in cui il Ministero comunicava testualmente:

Quest’ufficio [Dip. della Programmazione e dell’Ordinamento del SSN – Dir. Gen. Delle Professioni Sanitarie e delle Risorse Umane del SSN] sta provvedendo ad adeguare al nuovo quadro normativo le disposizioni del DPR 483/97, nell’ambito del quale è prevista una specifica modifica normativa finalizzata ad inserire tra i requisiti specifici di ammissione per la posizione funzionale di primo livello dirigenziale del profilo di biologo anche la laurea in Biotecnologie.

La nota di cui si discute in questi giorni si colloca all’interno di questo dialogo tra biotecnologi ed istituzioni. Di quanto in essa contenuto sono però circolate interpretazioni fuorvianti che ANBI intende rettificare. Nella nota, il Ministero della Salute ribadisce come il quadro vigente già permetta l’accesso alle posizioni nel SSN per i biotecnologi attraverso il riconoscimento dell’equipollenza con i biologi. Di fatto dunque la comunicazione non toglie né aggiungere nulla a quanto finora acquisito (diritti ottenuti nello specifico con i Decreti Interministeriali per le equipollenze delle lauree specialistiche/magistrali delle classi 7/S (LM7), 8/s (LM8) e 9/s (LM9) alla 6/s (LM6) del 28/06/2011, del 11/11/2011, e del 15/06/2013).

ANBI ha, in questo senso, sempre partecipato attivamente ai lavori che hanno portato all’emanazione dei decreti di equipollenza, ma la sua azione è stata costantemente improntata a superare il limitativo concetto di equipollenza.

Come abbiamo sempre sostenuto, il riconoscimento del Biotecnologo non può limitarsi alla mera equiparazione al profilo di Biologo. Quello dell’equipollenza è sicuramente un primo passo che, ribadiamo, abbiamo sostenuto, ma che al contempo non può essere l’esito finale della nostra azione e non è di certo la conclusione del percorso verso il riconoscimento.

L’azione promossa da ANBI, che ha portato il Ministero a rilasciare questo chiarimento, mirava quindi ad andare oltre questo risultato e ottenere una revisione del Dpr 483/97 affinché venisse prevista anche la figura del Dirigente Biotecnologo attualmente assente. Su questo la nota sottolinea che tale revisione non è in agenda. ANBI pertanto non è e non può ritenersi soddisfatta della risposta ministeriale e continuerà a battersi per una modifica del Dpr 483/97 che finalmente riconosca le specificità dei biotecnologi. Non crediamo infatti che l’attuale quadro normativo, che consente ad un biotecnologo di essere inquadrato nel SSN a patto che si uniformi a un biologo, possa essere soddisfacente.

ANBI su questo fronte ha impegnato tutto il suo Direttivo Nazionale all’interno di un serrato dialogo con il Ministero della Salute, perché è solo con un lavoro di squadra a livello nazionale che si possono ottenere risultati credibili capaci di creare reali opportunità per i biotecnologi. La strada, questa nota ci ricorda, è ancora lunga e non priva di ostacoli, ma non per questo non merita di essere perseguita.

Insieme si può.

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