Research Kit: la nuova frontiera della Digital Health
E’ appena iniziato il dibattito scientifico relativo a ResearchKit, ma si sta facendo subito interessante.
La nuova piattaforma opensource di Apple consente agli utilizzatori di iPhone di potersi offrire come volontari per studi osservazionali semplicemente scaricando una App. Tutto questo può funzionare solo attraverso un’integrazione di tre componenti: la piattaforma (messa a punto da Apple), le App (sviluppate da o in collaborazione con medici e scienziati), i dati (forniti dagli utilizzatori di iPhone).
La possibilità di raccogliere un vasto quantitativo di dati in tempo reale attraverso semplici metodologie di raccolta dati è destinato a cambiare i paradigmi di disegno e conduzione degli studi clinici. Grazie alle App fino ad ora sviluppate, infatti, è già stato possibile lanciare studi osservazionali con tassi di reclutamento mai visti precedentemente in aree terapeutiche quali Disordini del Movimento (Parkinson), Cardiovascolare, Oncologia, Asma e Diabetologia.
Vista la potenzialità dello strumento, anche due importanti case farmaceutiche, GSK e Purdue, hanno recentemente manifestato l’interesse a prendere in considerazione la possibilità di utilizzare ResearchKit per i loro studi clinici. Questo apre nuove prospettive non solo in ambito politiche di regolamentazione e conduzione delle ricerche cliniche, come detto precedentemente, ma anche su nuovi modelli di sviluppo farmaceutico.
Purdue sembra essere ancora in una fase esplorativa e sta analizzando le potenzialità dello strumento per capire come questo possa essere utile al miglioramento dei propri processi di sviluppo.
Dal canto suo, invece, GSK ha confermato su twitter le indiscrezioni relative all’interesse nei confronti di ResearchKit, e dalla mHealth Platform Performance Unit fanno sapere che la piattaforma si posiziona come uno strumento straordinariamente importante per migliorare la collaborazione e il coinvolgimento dei pazienti nelle ricerche cliniche e la raccolta dati.
Questo è sicuramente vero se si pensa che nei primi due giorni dopo il lancio, oltre 60000 persone hanno sposato la proposta di ResearchKit, consentendo ad esempio di attivare uno dei più importanti studi in area parkinson attraverso la App mPower.
Tutto semplice? Forse no. Ci sono almeno due limiti da tenere in considerazione, secondo quanto recentemente analizzato da Nature. Il primo è legato alla demografia, quella degli utilizzatori di iPhone. Il secondo la mancanza di controlli sulla qualità dei dati in entrata, dal momento che gli stessi vengono auto-riportati. Per questo, è del tutto probabile che i risultati generati mediante questa metodologia dovranno essere rivalidati attraverso i tradizionali studi clinici controllati. Sarà davvero così? Staremo a guardare: l’epoca del Digital Health è appena cominciata!
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