ISAAA: +3% le superfici con OGM

E’ stato diffuso il report sulla coltivazione di OGM nel 2013 che ci consegna, per il diciottesimo anno consecutivo un segno più, raggiungendo i 175 milioni di ettari (circa 14 volte la superficie agraria italiana).

Il +3% può sembrare modesto, ma corrisponde comunque a più di 5 milioni di ettari (più di 1/3 della superficie agricola italiana), inoltre in molti paesi, che hanno dato la libertà ai propri agricoltori di poterli coltivare, le superfici investite con OGM rappresentano già percentuali prossime al 90-100%.

Tra le notizie di rilievo la prima messa in coltura di un mais tollerante a siccità, segno che anche sul fronte dei caratteri commerciali si sta muovendo qualcosa.

Anche l’Europa segna un +15% nelle superfici (sfiorando i 150.000 ettari), trascinate dalla Spagna che, non da oggi, coltiva con profitto il mais Mon810 al centro delle battaglie di Giorgio Fidenato. Ora in Spagna il mais Bt rappresenta il 31% dell’intera superficie a mais.

Non potevano però mancare, come d’abitudine, le polemiche. Coldiretti ad esempio, da diversi anni cerca di usare questo rapporto per dimostrare il fallimento degli OGM. Nel 2011 ad esempio sosteneva:

Sembra irreversibile dunque – spiega la Coldiretti – il trend negativo che aveva già portato nel 2009 ad una riduzione delle semine biotech in Europa con  94.750 ettari coltivati in calo del 12 per cento rispetto all’anno precedente, per effetto della crescente diffidenza degli agricoltori nei confronti di una tecnologia considerata vecchia, insicura e svantaggiosa dal punto di vista economico.

Non potendo in questa occasione utilizzare il calo delle superfici, quest’anno ha scelto di porre l’accento sulla riduzione dei paesi che li coltivano, che è passato da 28 a 27:

Scendono ad appena 27 i Paesi che nel mondo hanno coltivato biotech nel 2013 per un totale di 175 milioni di ettari concentrati pero’ soprattutto negli Stati Uniti (70.1 milioni di ettari), in Brasile (37 milioni in Brasile), 24,4 milioni (Argentina) e Canada (11 milioni), ma anche in Cina e nei Paesi di via di Sviluppo sotto il pressing delle multinazionali. E’ quanto emerge – riferisce una nota – da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’International service for the acquisition of Agri-Biotech Applications (Isaaa) dal quale si evidenzia il calo rispetto al 2012 in cui erano 28 i Paesi a coltivare biotech. In coda alla classifica l’Unione europea dove – sottolinea la Coldiretti – nonostante l’azione delle lobbies che producono ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico Mon810 piantati nel 2013.

Se qualcuno si chiedesse qual è il paese che nel 2013 non è tornato a coltivare mais GM, la risposta è l’Egitto.

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