Presentare una ricerca in 7 minuti
Capita sempre più spesso che alla conferenze internazionali vengano assegnati solo 7 minuti per esporre la propria ricerca, soprattutto se si è giovani ricercatori.
Sette minuti sono veramente pochi per presentare una ricerca, anzi a volte sono appena sufficienti a introdurre un argomento così esteso e complesso, e mi capita di sentir dire altrettanto spesso che non vale la pena di partecipare con così poco tempo a disposizione.
Invece vale sempre la pena di provarci, basta modificare la struttura della presentazione, mettendo da parte la tradizionale struttura IMRAD (introduction, method, research and discussion) per prendere a prestito il sempre efficace modello del “pitch” aziendale.
Non si tratta di adottare tecniche o linguaggi di marketing, ma di costruire diversamente il discorso.
Come si prepara una presentazione di 7 minuti
(1) Non possiamo dire tutto, quindi dobbiamo scegliere attentamente cosa dire. Scegliamo un solo punto, quello che ci preme maggiormente comunicare, e costruiamo il nostro testo attorno a quello. Per focalizzare al meglio il fulcro del nostro discorso cerchiamo di rispondere alla domanda: “Se il mio pubblico potesse ricordare solo una cosa di ciò che dico, cosa vorrei che ricordasse?”
(2) Strutturiamo la presentazione secondo lo schema situazione attuale-problema-soluzione. Ovvero: qual è lo stato delle cose, qual è il problema che emerge da questo stato delle cose (la domanda della nostra ricerca), qual è la soluzione/risultato della ricerca.
(3) Atteniamoci allo schema ed evitiamo la tentazione di parlare più velocemente per aggiungere altre argomentazioni, rischiamo che il pubblico non riesca a capirci, soprattutto se stiamo parlando in una lingua che non è la nostra. Manteniamo il nostro ritmo abituale e usiamo il tempo a disposizione per chiarire l’importanza dei nostri risultati.
(4) Apriamo il discorso partendo dal nostro messaggio chiave e ripetiamolo alla fine, sarà più facile per il pubblico ricordarlo.
(5) Evitiamo slide con tabelle, grafici e statistiche, non c’è il tempo di commentarle, piuttosto carichiamo online una versione più completa della presentazione dove includere i dati, e comunichiamo il link dal quale può essere scaricata
(6) Proviamo, proviamo, proviamo. Più una presentazione è corta, più volte va ripetuta. Se ci prepariamo bene e la ripetiamo più e più volte, ci renderemo presto conto che ci basta anche meno tempo per far passare il nostro messaggio in modo chiaro e coerente.
(7) Chiudiamo con una “call to action”, una chiamata all’azione, invitando i partecipanti a consultare i materiali che avremo precedentemente caricato sul nostro blog, e a partecipare alla discussione nella relativa community Google Plus.
Cristina Rigutto on Google+