I tifosi e gli arbitri del caso Stamina

La storia del caso Stamina si allunga ulteriormente dopo che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Vannoni contro chi aveva giudicato inconsistente dal punto di vista scientifico la sua “terapia” a base di cellule staminali. In altre parole è stato sospeso il parere contrario al metodo e perfino la Commissione del Ministero della salute.

Il motivo sarebbe

“l’illegittima composizione dello stesso, essendo stati nominati componenti (…) professionisti che in passato, prima dell’inizio dei lavori, avevano espresso forti perplessità, o addirittura accese critiche, sull’efficacia scientifica del Metodo Stamina”

E qui inizia il primo grosso problema: il fatto che mesi prima della formazione della Commissione i componenti avessero già espresso forti perplessità riguardo a una presunta cura da somministrare a bambini significa che erano degli “arbitri” parziali?

Come se si mettesse un ultrà dell’Inter ad arbitrare un derby della Madonnina?

O non è piuttosto la dimostrazione di quanto il metodo avesse da tempo mostrato lacune insanabili alle quali i “proponenti” non hanno mai posto rimedio?

Andando avanti nella lettura si sostiene anche che non è stata garantita

“l’obiettività e l’imparzialità del giudizio, con grave nocumento per il lavoro dell’intero organo collegiale. (…) è pertanto necessario che ai lavori partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione o, se ciò non è possibile essendosi tutti gli esperti già esposti, che siano chiamati in seno al Comitato, in pari misura, anche coloro che si sono espressi in favore di tale Metodo”

Premesso che trovare uno scienziato dell’ambito che non si sia ancora espresso sul caso Stamina è improbabile, visto che sulla questione si sono espressi perfino cantanti ed attori. Ma soprattutto, ammesso che esistano coloro che si ritengono favorevoli (uno dei pochi “papabili” pare essere Camillo Ricordi, che lavora all’estero), per quale motivo dovrebbero essere chiamati in causa in pari misura esperti pro e contro? 

Quali sono le regole del gioco del scienza?

Nella scienza le regole del gioco sono un protocollo chiaro, degli studi pubblicati su riviste scientifiche, una procedura sperimentale quantomeno avviata e, perché no, una competenza specifica, con magari anche una laurea scientifica. A questo punto si viene giudicati da persone con una competenza specifica sulla base dei dati disponibili.

Che tradotto in termini calcistici significa rispettare il fuorigioco, non toccare il pallone con le mani, avere il numero della maglia corretto e essere con le carte in regola.

L’altro grosso problema riguarda, invece, il fatto che sia stato il TAR a decidere una questione scientifica, azzerando le dichiarazioni e le prese di posizioni degli esperti. Ma vediamo quali esperti erano stati chiamati a giudicare il metodo.

Tra gli altri:

Luca Pani (direttore generale AIFA),

Alessandro Nanni Costa (direttore generale Centro nazionale trapianti),

Maria grazia Roncarolo (direttore scientifico Irccs Ospedale San Raffaele),

Vincenzo Silani (Istituto auxologico italiano).

Sostenere che questa gente esprima pareri per partito preso e che quindi si debba rimettere tutto nuovamente in discussione appare francamente un po’ forte.

Forse questa storia è veramente come una partita di calcio, dove un po’ tutti si sentono allenatori di calcio.
@FedeBaglioni88

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