Twitter per (web)editori scientifici
I social media, contrariamente al sistema di citazioni e di impact factor, offrono il vantaggio di permettere di verificare, quasi in tempo reale, la diffusione nel mondo accademico di articoli scientifici e non. Lo sostiene il manifesto Altmetrics, che misura l’impatto di pubblicazioni all’esterno del mondo accademico, ricerche influenti, ma non citate, e fonti non sottoposte a revisione paritaria.
Senza entrare nel merito dei limiti di questo metodo che non garantisce che il numero di persone raggiunte attraverso i social (reach), abbia anche un reale impatto su una pubblicazione, quello che è interessante del monitoraggio di Altmetrics è che rivela il costante aumento del numero di ricercatori che usano i social media – Twitter, Google Plus e Slideshare – come luogo di conversazione e condivisione.
Se i grandi gruppi editoriali si sono già inseriti da tempo nella twittersfera per monitorare le conversazioni e anticipare le tendenze, webzine e blog scientifici spesso non sanno come muoversi in questo ambiente digitale e si limitano a segnalare gli articoli pubblicati. Attività utile, ma non sufficiente a costruire la web reputation del piccolo editore, ovvero ad accreditarlo come fonte seria e attendibile.
Le regole per twittare
Le regole per raggiungere questo risultato si possono “copiare” dai grandi gruppi editoriali ad iniziare dalla definizione di una guida editoriale, per stabilire lo stile di conversazione da tenere, i contenuti, il calendario di pubblicazione dei tweet, le modalità di interazione con i follower. Ad esempio:
- non limitarsi a linkare gli articoli, ma offrire anche una chiave di lettura in modo da stimolare le conversazioni attorno alle notizie
- “rituittare” chi parla di articoli del nostro webzine, aggiungendo al tweet altre persone interessate all’argomento, in modo da creare legami tra le persone e mettere in contatto tra di loro i ricercatori. I tweet possono essere editati per menzionare nuove persone, ma senza modificare il testo del tweet originale.
- non esprimere opinioni personali attraverso l’account ufficiale, ma farlo solo attraverso l’account personale.
- ringraziare per il follow è un atto di cortesia, meglio non delegarlo a sistemi automatizzati di risposta, ma ringraziare personalmente i nuovi follower per la preferenza accordata, con un unico tweet cumulativo giornaliero.
- creare nell’account ufficiale una lista “collaboratori”, per renderli immediatamente identificabili ai propri follower e, ovviamente, incoraggiare i collaboratori della rivista a contribuire alle conversazioni anche con opinioni personali.
- inserirsi quando possibile nelle conversazioni, suggerendo link, informazioni e soluzioni e rispondere sempre alle domande dei follower. Come? Prendiamo esempio dal colosso PLOS, che tra i vari account Twitter, ne ha uno dedicato alle domande del pubblico: AskPLOS.