Facebook, pornografia e censura
Sono ormai parecchi giorni che la pagina di facebook “A favore della sperimentazione animale” (AfdSA) è bloccata e non è ancora chiaro se verrà cancellata, nonostante le numerose sollecitazioni da parte degli amministratori allo staff di facebook.
Ma cos’è successo esattamente? Qual è il motivo dell’oscuramento della pagina?
Il 5 luglio agli amministratori della pagina è comparsa questa schermata:
Sì, avete letto bene: la pagina è stata rimossa per la presenza di
nudità, pornografia o richieste a sfondo sessuale.
L’animale in copertina (Heterocephalus glaber, una piccola talpa africana), in effetti è sì nudo (per così dire: al “naturale”), però è difficile pensare che normalmente giri con il due pezzi, tanto che il suo nome comune è, pensa un po’, talpa glabra o nuda.
Si potrebbe pensare che la segnalazione nasca dallo scherzo di qualche simpaticone o piuttosto di una larga schiera di simpaticoni, visto che è facile verificare che per l’oscuramento di una pagina servono tante persone. Troppo ghiotta l’occasione per giocare un tiro mancino ai “malefici” sostenitori della Sperimentazione Animale.
Nella dialettica, tra idee diverse, ci può stare.
Il problema è che questo “bombing”, già usato ad esempio durante l’organizzazione dell’evento “Italia unita per la corretta informazione scientifica”, ha portato al blocco automatico della pagina e a distanza di 5 giorni non ha ancora una soluzione: esiste ancora il rischio concreto che la pagina venga cancellata definitivamente.
Permettere però che venga oscurata una pagina d’ informazione scientifica – peraltro per motivi palesemente inconsistenti – indipendentemente da come la si pensi sulla sperimentazione animale, significa, nell’era dei social media, quanto di più simile esista alla censura.
Siamo consci di questo? Sono pronti i social media a gestire in modo neutrale i temi caldi e controversi?
Non sappiamo come si concluderà questa vicenda, ma sappiamo che spetta a facebook riequilibrare la situazione e dimostrarci di essere all’altezza del compito che, inconsapevoli, gli abbiamo affidato.
Perché
se la minaccia è consentita e la violenza della censura immotivata funziona, i violenti gongolano e chi cerca di fare corretta informazione è invece sempre più disorientato e demotivato.
Dunque incrociamo le dita e speriamo in bene.