Il peccato sta nell’intenzione più che nell’azione
Ne avevamo già parlato su Prometeus. Ora il caso è giunto a conclusione e la Corte Suprema americana ha detto la parola definitiva sul caso Bowman vs Monsanto.
Nel 2007, il Signor Bowman, eccentrico agricoltore dell’Indiana, è stato portato in tribunale dalla multinazionale per aver utilizzato per otto stagioni consecutive i semi ottenuti da un lotto iniziale di Roundup Ready regolarmente acquistato da un grain elevator.
La Suprema Corte ha dato unanimente ragione a Monsanto, l’agricoltore infatti si era fatto il seme Roundup-Ready deliberatamente e con lo scopo preciso di aggirare il brevetto di Monsanto.
A far propendere per Monsanto non è stata di per sé la coltivazione di soia RR senza pagare le royalties, ma la consapevolezza dell’agricoltore nel farlo.