Se Lombroso avesse avuto la Risonanza Magnetica Funzionale
Che impatto avrebbe sulla sicurezza delle nostre città poter sapere se nella testa di un malvivente, appena uscito di prigione, frulli ancora qualche brutta intenzione? Una prospettiva che sembra uscita direttamente da una delle tante crime-series d’oltreoceano. In realtà, stando ad una recente ricerca pubblicata su PNAS, grazie alla Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) tutto questo potrebbe essere più realistico di quanto si possa pensare. Gli autori dell’articolo hanno, infatti, individuato una correlazione significativa tra l’attività di determinate aree cerebrali e il reiterare di atti criminali dopo il carcere.
La notizia viene ripresa anche dalla prestigiosa rivista Nature e non escludiamo che il sistema possa presto essere affiancato ai plastici di “Porta a Porta”.