Un genoma per il pesco

Pubblicato da Nature Genetics il genoma del pesco, frutto di un consorzio internazionale che vede 3 centri di eccellenza italiani come protagonisti: il CRA di Roma, l’IGA di Udine e il Parco Tecnologico Padano di Lodi.

Un genoma relativamente piccolo, 1/13 di quello umano, anche se con 28.000 geni, 670 dei quali coinvolti nella forma e nella qualità del frutto. Geni importanti anche perché, come spiega Francesco Salamini del PTP di Lodi: “Un aspetto interessante delle rosacee è che pur avendo dei genomi di dimensioni relativamente piccole presentano forme e frutti i più diversi: dagli acheni delle fragole ai pomi del melo, dalle drupe del pesco alle bacche del lampone. Ora che disponiamo del genoma del pesco, del melo, del pero e della fragola sarà possibile anche capire quali sono i geni che controllano questi caratteri” e conoscere i meccanismi che stanno alla base dello sviluppo delle piante, ovvero i geni capaci di trasformare una pianta arbustiva in un albero, una pianta annuale in una pianta perennante e molto altro ancora.

Il progetto dimostra che, in particolare sui genomi vegetali, l’Italia presenta ancora delle importanti competenze e una forte capacità di ricerca. Questo fa ben sperare, soprattutto che questo patrimonio non venga dissipato.

L’Italia è il secondo produttore mondiale di pesche.

Il Comunicato Stampa congiunto dei 3 centri.

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