24 sì alla corte unitaria dei brevetti UE
Dopo lunga attesa, il 19 febbraio è stato firmato a Bruxelles l’accordo internazionale sulla Corte Unitaria dei Brevetti, il tribunale centralizzato che si occuperà delle cause di contraffazione e di validità legate al nascente sistema del Brevetto Unitario dell’UE, ma anche dei brevetti europei e delle domande di brevetto europee.
I paesi firmatari sono 24 su 27 con l’esclusione di Spagna, Polonia e Bulgaria. Il prossimo passo sarà la ratifica dell’accordo, per la quale rimangono ancora diversi interrogativi. L’entrata in vigore della Corte è prevista (dai più ottimisti) per il 1 gennaio 2014.
Per chiarezza, facciamo un passo indietro.
Attualmente, il titolare di un’invenzione interessato a ottenere protezione brevettuale in Europa può contare soltanto sul cosiddetto Brevetto Europeo, una procedura di esame e concessione centralizzata del titolo di esclusiva, che viene successivamente validato in uno o più dei 38 paesi che aderiscono alla Convenzione del Brevetto Europeo. Una volta concesso, il Brevetto Europeo si trasforma in un fascio di brevetti nazionali che devono essere in taluni casi tradotti nella lingua del particolare stato e per ciascuno dei quali occorre pagare una tassa annuale di mantenimento. Inoltre, nel caso di dispute legali, occorre intraprendere una diversa causa giudiziaria in ciascuno stato. Ciò con costi elevati e possibilità di esito differente a seconda del tribunale nazionale.
Per tentare di ottimizzare la procedura di brevettazione a livello europeo e promuovere innovazione ed economia in questi tempi di crisi, nel dicembre 2012, 25 dei 27 paesi dell’Unione Europea hanno approvato con cooperazione rafforzata il nuovo regime del Brevetto Unitario, un titolo che rimane unico anche dopo la concessione (ottenuta secondo la medesima procedura del Brevetto Europeo). In questo modo si riduce la necessità di traduzioni, è possibile il pagamento di un’unica tassa di mantenimento per tutti i paesi e si potrà utilizzare il sistema centralizzato di giudizio delle controversie: la Corte Unitaria per l’appunto.
Italia e Spagna hanno scelto di non aderire all’accordo del Brevetto Unitario perché in disaccordo con il regime linguistico deciso per il Brevetto Unitario, che prevede un sistema trilingue basato esclusivamente su Inglese, Francese e Tedesco. Ciò è apparso eccessivamente discriminatorio per paesi di lingua latina, che incorrerebbero in costi elevati di traduzione e sarebbero svantaggiati dal fatto di discutere qualsiasi questione brevettuale in una lingua straniera. Rimane comunque aperta la possibilità per entrambi i paesi di accedere in un secondo momento.
L’Italia si trova quindi nella situazione di aver firmato l’accordo sulla Corte Unitaria pur senza aver aderito al Brevetto Unitario. In questo modo potrà accedere al sistema di giudizio centralizzato anche solo per i Brevetti Europei validati in Italia.
Non è ancora del tutto chiaro quali saranno le implicazioni del nuovo sistema e per questo il mondo dell’IP si divide tra sostenitori sfegatati e acerrimi nemici. Certo è che ormai era un passo che non poteva più essere rimandato.