Università: non ci siamo
Le 2 parole di oggi sono dedicate all’Università italiana. Se il titolo del pezzo può sembrare polemico, vorrei chiarire subito che non lo è. E’ solo la sintesi di un dato oggettivo.
Stavo infatti guardando la classifica 2012 delle migliori Università del mondo e per trovare le italiane ho dovuto “scrollare” molto, direi troppo, specie per un paese che vanta l’ottava economia del globo.
L’Università di Pisa e La Sapienza, le prime 2 nostre “classificate”, stanno tra il 101° e il 150° posto. Una fascia non ben definita di Atenei che vede protagoniste le migliori Università di paesi come il Brasile, Taiwan, Singapore e Corea del Sud. Lo sconforto arriva nel constatare però la distanza da quelli più bravi. Le nostre migliori non riescono a far meglio della 4° Università di Israele e Francia, della 5° di Svizzera, Germania, Canada e Giappone, della 6° australiana, della 10° inglese e della 54° americana.
Il nostro miglior ateneo nel settore biotech, l’Università di Milano (3° su scala nazionale), si piazza sempre nel gruppone degli inseguitori (101-150) nel suo settore e, in quella generale, sta oltre il 150° posto. Il Politecnico di Milano oltre il 200° così come la Normale di Pisa.
Non sono bei numeri da leggere. Per almeno 2 motivi.
Il primo è che questi numeri non fanno gola a nessuno. I cervelli alla ricerca di opportunità hanno 100 posti migliori dove andare (e non è un modo di dire) prima di venire/restare da noi.
Il secondo è che per uscire dalla crisi e per competere in questo mondo globale c’è bisogno di una ricerca e di una Università forti ed efficienti.
Così, dove vogliamo andare?
Buon voto a tutti.