Biotecnologi e Biotecnologie
Lasciatemi dire 2 parole su biotecnologi e biotecnologie.
Quando mi invitano a fare dei seminari negli atenei italiani, noto, più spesso di quanto vorrei, una certa confusione su cosa siano in effetti le biotecnologie. Una confusione che non risparmia nemmeno i biotecnologi (vecchi e nuovi).
No. Vorrei chiarirlo subito, le biotecnologie non sono la biologia con l’aggiunta della parola “molecolare”.
Le biotecnologie sono, dizionario alla mano, un’altra cosa:
Biotecnologie: l’uso di esseri viventi o parti di essi per ottenere beni o servizi.
In sostanza dunque le biotecnologie sono la biologia (molecolare o meno poco importa) che diventa innovazione, che produce qualcosa che risponde ad un nostro bisogno cambiandoci la vita.
Innovare: in-nova-re. Trasformare qualcosa introducendo novità.
Scoprire l’insulina è biologia, trasformarla in un farmaco è biotecnologia.
La vera differenza dunque, tra queste due nobili discipline, non sta tanto in ciò che fanno (entrambe ricerca), ma l’obiettivo per cui lo fanno. Ed ecco che iniziano i problemi. C’è la cultura dell’innovazione tra i biotecnologi italiani? Sono consapevoli, in quanto biotecnologi, di essere chiamati a cambiare il mondo con le loro idee e le loro ricerche? Sono formati per farlo?
Non ne sono così convinto.
Sono però convinto che non sia mai troppo tardi per mettersi a pari. Ecco perché vi segnalo Alimenta2Talent, un progetto che vi può aiutare a guardare le vostre idee e le vostre ricerche con uno sguardo “innovativo”: biotech.
Il mio invito, aldilà che alla fine decidiate di partecipare o meno, che vinciate o meno, è di provarci. Male di certo non farà. Dopotutto siete biotecnologi, o no?