ANBI in Consulta Lombarda
L’ANBI ha raggiunto un nuovo traguardo sul fronte del riconoscimento professionale dei biotecnologi in Lombardia. Con il decreto del Presidente Regionale (BURL nr.4, Serie Ordinaria, 25-01-12) è stata infatti accettata la richiesta di ANBI di essere integrata come membro permanente della Consulta Regionale degli Ordini, Collegi e Associazioni Professionali costituita con Legge Regionale nr.7 del 2004 presso il Consiglio Regionale della Lombardia. La Consulta Regionale rappresenta un organismo volto a regolamentare le attività legate all’esercizio delle attività professionali intellettuali, proponendo iniziative tese a qualificare le libere professioni anche nello sviluppo del contesto europeo. Prometeus ha intervistato Daniele Colombo, presidente ANBI Lombardia, membro permanente della Consulta Regionale.
Cosa cambia in pratica per i biotecnologi?
La Consulta rappresenta il primo esempio di tavolo di lavoro comune, sia regionale che nazionale, a cui partecipano i rappresentanti delle Categorie Professionali, sia riconducibili a professioni “tradizionali”, sia quelle definite come “professioni non regolamentate”. I vantaggi sono legati direttamente ai compiti che la Consulta ha deciso di attribuirsi, tra i quali quello di “formulare proposte e pareri sugli interventi programmatici e sui progetti di legge attinenti all’esercizio delle attività professionali intellettuali”. Questo per i biotecnologi significa avere un interlocutore istituzionale sensibile al confronto ed aperto all’innovazione legislativa. Proprio quella innovazione che non è stata propriamente tratto distintivo dei soggetti politici che dapprima hanno avallato l’istituzione di corsi di Laurea in Biotecnologie dimenticando poi di regolare la professione del biotecnologo. Finalmente in Lombardia si apre un cantiere, che può essere trainante anche per le altre Regioni. Accogliamo con entusiasmo l’iniziativa, in attesa di vedere quali saranno le reali volontà della Consulta.
Quale sarà il prossimo passo da compiere nell’ambito del riconoscimento professionale?
Il riconoscimento professionale dei biotecnologi è un tema piuttosto complesso che va affrontato su tutti i livelli di competenza: comunitario, nazionale e regionale. In primis ci auspichiamo che l’esempio Lombardo dell’istituzione di questo strumento di consultazione venga seguito anche da altre Regioni, in modo da consolidare il traguardo raggiunto in Lombardia su tutto il territorio nazionale. A livello comunitario, la “Direttiva Professioni” ha espresso un parere piuttosto chiaro e paritario sulle professioni innovative e non regolamentate, quindi attendiamo che anche a livello nazionale qualcosa si muova.
Spesso la reticenza con cui si affrontano i temi legati al riconoscimento delle nuove professioni è legata al timore di ridimensionare il sistema nazionale ordinistico, provocando un fastidioso collo di bottiglia, che limita le opportunità professionali dei biotecnologi. E’ proprio su questo fronte che l’ANBI continua la sua attività, battendosi per un sistema ordinistico equo e aperto nel rispetto di tutti i soggetti “tradizionali” già operanti.