Biotecnologi imprenditori: vince Greentech
50.000 euro per poter avviare la loro impresa. È ciò che hanno vinto Andrea Zerminiani, Alberto Ferrarese e Paolo Campostrini – uniti in Greentech, che a breve sarà giuridicamente una società – con il progetto FitoBioRimedio, primo classificato al Premio Impresa e Innovazione D2T Start Cup di Trentino Sviluppo, riservato proprio ai progetti di impresa dei giovani (16-36 anni) e giunto già alla sua quinta edizione.
L’idea di questo team, composto da 3 biotecnologi di Verona, nasce dall’interesse verso problematiche ambientali importanti, come il dissesto idrogeologico e la bonifica di terreni contaminati, potenzialmente risolvibili sfruttando consorzi tra piante e microrganismi che uniscano i vantaggi della bio- e phyto remediation.
Prometeus ha intervistato Andrea Zerminiani per approfondire il progetto, il concorso e la realtà del biotecnologo imprenditore in Italia.
Come e da cosa è nato il vostro progetto?
Il nostro progetto nasce da tre laureati in Biotecnologie presso la facoltà di scienze dell’Università di Verona che a un anno della laurea si ritrovano per parlare di argomenti biotech e confrontano le proprie idee riguardanti il mondo del lavoro in Italia. Durante uno nei numerosi skype-meeting tra i tre, nasce l’idea di fondere tra loro le esperienze di tesi (Andrea phytoremediation – Alberto bioremediation – Paolo microbiologia agro-alimentare) allo scopo di creare quel “qualcosa” che sia appetibile al mercato italiano. La partecipazione a varie business plan competition rafforza il gruppo e fornisce gli spunti utili al miglioramento, tra esse “D2T” di Trentino Sviluppo è la competizione che ci ha fornito molti strumenti per migliorarci.
Di cosa vi occupavate prima che la vostra idea si concretizzasse?
Di cosa ci occupiamo tuttora … perché la nostra impresa partirà con delle fasi di sperimentazione in cui tre persone riescono a gestirsi al meglio senza dover lasciare il proprio lavoro. In futuro si vedrà…
Alberto Ferrarese lavora nel settore della cosmesi e della cura della persona con mansioni commerciali e tecniche.
Paolo Campostrini svolge la propria attività nel settore della chimica dei materiali per l’edilizia come addetto alla parte legislativa e soprattutto alla R&D.
Io, sono un analista presso un laboratorio enologico-agroalimentare dove svolgo analisi chimiche specialistiche e implementazione della nuove metodiche analitiche.
L’Italia è in crisi, ma le menti più giovani no: quali suggerimenti si sente di dare ai biotecnologi insoddisfatti?
I biotecnologi insoddisfatti se non vedessero sempre il lato negativo delle cose (il bicchiere per loro è sempre mezzo vuoto!) sarebbero un’autentica risorsa per il Paese. Anche noi – tre biotecnologi di Verona – eravamo insoddisfatti nell’abbandonare l’ambiente biotech e per questo ci siamo messi al lavoro. L’attuale situazione del mondo del lavoro in Italia non ci aiuta a trovare la nostra occupazione ideale ma le opportunità ci saranno tanto che nella passata edizione del premio nazionale PNECube tra le idee imprenditoriali finaliste ben il 50% era di stampo biotech.Non mi sento di suggerire nulla ai miei colleghi biotecnologi se non di pensare alla nostra come una professione emergente a tutto tondo, biotecnologo non è solo colui che sta al bancone.
L’elevator pitch: una forma per proporsi che in Italia è quasi sconosciuta. Ce ne parli?
L’elevator pitch è una forma di comunicazione creata dagli uomini di business americani. Io la spiegherei con questa frase “poche parole per esprimere concetti importanti”.
Immaginate di essere un imprenditore e avere l’opportunità di essere in ascensore con un investitore. Avete la possibilità di descrivere la vostra attività in maniera sintetica, chiara ed efficace per convincerlo a investire su di voi, ma prima che il vostro interlocutore sia arrivato al suo piano.
Questo è l’elevator pitch: una presentazione del vostro progetto in un tempo limitato, fissato normalmente a 5 minuti, quindi bisogna dar valore a ogni parola!
Di cosa si occuperà Greentech da adesso in poi? Quali attività svolgerete?
Greentech crea delle applicazioni eco-compatibili per risolvere problematiche ambientali. Per il primo periodo abbiamo come obiettivo di continuare nella sperimentazione e soprattutto di implementare la personalizzazione delle applicazioni da effettuare nelle diverse situazioni che il mercato ci propone.
Essendo una società che offre un servizio chiavi in mano, Greentech è alla ricerca di investitori che consentano di approfondire il nostro Know How così da poter applicare su larga scala queste tecnologie verdi.
Appena incontrati questi investitori vorremo creare partnership con altri settori biotecnologici per aumentare la competitività a livello commerciale.
Quali sono i rischi del biotecnologo imprenditore?
Oggi si riscontra una conoscenza a volte frammentaria della figura professionale del biotecnologo e delle sue potenzialità e ciò può generare nella popolazione (e quindi negli investitori) confusione e insicurezza. Sono inoltre presenti pregiudizi particolari verso le biotecnologie agrarie: esse infatti non si occupano solamente di organismi geneticamente modificati, verso i quali l’opinione pubblica mostra molta diffidenza, ma possono anche utilizzare piante e microrganismi presenti in natura per risolvere problematiche reali e concrete. Un altro rischio che corre un biotecnologo imprenditore può derivare dalla sua formazione prevalentemente tecnica. Abbiamo notato e testato sulla nostra pelle, come il percorso formativo di un biotecnologo “a tutto tondo” debba essere integrato con nozioni di economia aziendale, comunicazione, legislazione, partnership e marketing.